Come fare Foto Macro: Tutorial, Attrezzatura, Tecnica per fare Macrofotografia senza Obiettivi Macro
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La macrofotografia è un genere fotografico in cui si riprendono piccoli oggetti a distanza ravvicinata ingrandendoli. Di solito si dice che un obiettivo è di tipo “macro” quando il rapporto tra le dimensioni del soggetto e le dimensioni della sua immagine sul sensore è 1:1
Occorre quindi porre l’obiettivo molto vicino al soggetto e questo comporta delle problematiche molto specifiche.
Infatti gli obiettivi adatti sono generalmente più costosi di quelli non macro a parità di focale, e in questa sede cerchiamo di indicare degli aggiuntivi ottici che magari non consentono di raggiungere il fatidico rapporto 1:1 ma che permettono di avvicinare questo rapporto in maniera dignitosa senza spendere un occhio della testa.
Vediamo allora come è possibile usare gli obiettivi in dotazione “trasformandoli” con l’uso di opportuni aggiuntivi in modo da ottenere risultati soddisfacenti, senza eccessiva spesa.
1) Gli aggiuntivi più semplici sono le lenti addizionali che possono avere varie capacità di ingrandimento e che sono disponibili in tutti i diametri per potersi adattare a tutti gli obiettivi.
Il pregio principale di questo tipo di aggiuntivi è che si avvitano in tutta semplicità agli obiettivi montati sulla macchina. Mentre il difetto principale è rappresentato dalla perdita di qualità, perché la nitidezza diminuisce passando dal centro verso il bordo della lente e perché aumentando la potenza si introducono delle distorsioni abbastanza evidenti.
[Qualche pregio in più e qualche difetto in meno ce l’hanno le lenti addizionali acromatiche.]
2) Poi possiamo usare i tubi di prolunga:
anche uniti in serie tra loro. I tubi di prolunga sono anelli che allontanano l’obiettivo dal sensore e l’avvicinano al soggetto: questo aumenta il fattore di ingrandimento dell’obiettivo. Vi sono tubi di prolunga che trasmettono gli automatismi e altri che non li trasmettono: i tubi si possono collegare in serie aumentando l’effetto. Non sono costosi ma non dobbiamo scendere sotto un certo limite perché quelli troppo economici non hanno precisione di costruzione e quindi possono non essere meccanicamente stabili o elettricamente affidabili.
3) Il terzo aggiuntivo da usare con gli obiettivi usuali è l’anello di inversione, che si inserisce tra l’obiettivo, capovolto, e la macchina.
Ha il difetto che l’obiettivo capovolto non può trasmettere i segnali elettrici per i normali automatismi, a meno di non aggiungere un dispositivo come in figura che ovviamente alza il prezzo in maniera non indifferente.
Se optiamo per l’anello di inversione è meglio usare un vecchio obiettivo manuale in cui non esiste di suo alcuna trasmissione automatica del diaframma.
In alcuni casi la luce ambiente scarsa e soprattutto l’impiego di diaframmi chiusi per avere la maggiore profondità di campo possibile, possono richiedere l’uso di un illuminatore, a cui peraltro non è richiesta una grossa potenza data la vicinanza del soggetto
Un accessorio importante è generalmente una piastra micrometrica, da piazzare sulla testa del treppiede, che possa permettere spostamenti micrometrici della macchina in avanti o indietro.
[A questo punto si deve tener presente che il treppiede è un accessorio fondamentale per fare macrofotografia (leggero, ma non troppo per garantire la massima stabilità possibile ed evitare che il minimo urto provochi spostamenti indesiderati].
Se si usa una lente addizionale bisogna innanzi tutto capire qual è la potenza giusta: per saper questo almeno con buona approssimazione si può mettere davanti agli occhi e ci si può poi spostare fino ad avere il soggetto a fuoco ed ovviamente ingrandito: così possiamo avere la misura di quello che la lente in questione riesce a fare.
Nell’esempio che segue si vede l’ingrandimento realizzato da una lente ma si può notare dal confronto le distorsioni che la lente introduce (allungamento dei caratteri).
Ci poniamo ora il compito di fotografare una moneta usando due tubi di prolunga, visibili nella figura seguente, tra la macchina e l’obiettivo.
Nella foto che si ottiene si può vedere che i bordi della foto, pur usando un diaframma chiuso, non appaiono perfettamente a fuoco anche se il risultato appare accettabile:
Il risultato ottenuto dà una misura di quanto sia possibile ottenere da questi aggiuntivi.
Macrofotografia con flash a mano libera (minimizzando le spese)
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Sappiamo che per fotografare da vicino occorre usare o lenti addizionali davanti all’obiettivo oppure anelli di inversione o anelli di prolunga tra la macchina e l’obiettivo. Nel caso che vedremo come in quasi tutti gli altri casi specialmente per insetti e bene non arrivare troppo vicini al soggetto e quindi useremo un obiettivo con una focale abbastanza lunga (circa 100 mm) con l’anello di prolunga più corto del kit.
[Per sgombrare il campo da possibili equivoci è bene precisare che se non si dispone di alcun accessorio conviene usare l’obiettivo che ingrandisce di più tra quelli in dotazione con un diaframma il più possibile chiuso in modo da avere la maggiore profondità di campo possibile, per poi ritagliare la foto centrando il particolare che ci interessa].
Per l’illuminazione si può usare un flash speedlight anche di poca potenza perché in ogni caso il flash va molto vicino al soggetto. Per smorzare la luce del flash si può usare un diffusore come quello riportato nella seconda figura che ha un costo molto contenuto.
Per collegare il flash alla macchina utilizziamo un cavo di collegamento che trasmetta la sincronizzazione.
Al posto del flash si può eventualmente usare un illuminatore flash a luce continua e anche per questo non è necessaria una gran potenza data la vicinanza al soggetto. L’unico inconveniente è che il tempo di scatto del flash è molto più breve di quello della macchina e quindi l’illuminatore non congela il movimento.
Il flash dovrà trovarsi su una staffa in una posizione molto simile a quella in figura:
Il sistema con l’aggiunta di una lastra bianca di plastica che fa da diffusore appare come nella foto seguente:
In questo esempio è stata usata la macchina in modalità manuale (f/11 t 1/250” cioè il tempo più breve di sincronizzazione, ISO 200, formato di scatto Raw.
Per quanto riguarda la messa a fuoco si può certamente usare l’autofocus, ma data la ridotta profondità di campo la messa a fuoco è mal controllabile e quindi conviene fissare una distanza di messa a fuoco e poi avvicinare e allontanare la macchina: non appena l’immagine si vede a fuoco, si scatta.
Così per esempio se voglio fotografare il fiorellino giallo davanti alla macchina sul prato mi avvicino e scatto.
E si ottengono risultati lusinghieri:
Entrambi i video sono di Mariano Morichini (videozappo.com). I testi scritti sono della redazione di photocufi.it