Il tempo di scatto e, a seguire, le sue implicazioni.

Video Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=HSaPx7LOCZc&t=75s di Emanuele Brilli

Nel video l’autore vi parla dei tempi di scatto, un altro elemento del triangolo dell’esposizione. I tempi di scatto sono regolati dall’otturatore: a tendina, elettronico oppure ibrido per definire dunque la posa della nostra fotografia.

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Il tempo di scatto o tempo di esposizione è uno dei tre parametri del triangolo dell’esposizione: la macchina fotografica ha un otturatore, meccanico o su certe macchine elettronico, che si apre e lascia passare la luce sul sensore attraverso lo scorrimento di due tendine.

La prima tendina inizia a scorrere e inizia a far passare la luce sul sensore, lo scorrimento successivo della seconda tendina fa cessare il passaggio della luce.

La velocità con cui si muovono le tendine e il tempo in cui il sensore rimane “aperto” al passaggio della luce concorrono a determinare il tempo di scatto.

Questo tempo è generalmente inferiore al secondo (1/30”, 1/125” 1/2000” ecc. anche se si possono avere come nelle applicazioni che passeremo in rassegna tempi di 5” fino a tempi di 30” e fino alla posa B che prevede tempi a piacere.

Generalmente quando si usano tempi molto brevi si vuol congelare il movimento, mentre quando si usano tempi lunghi si vuol dare la sensazione del dinamismo di un’azione, lasciando all’aspetto visivo del mosso la sensazione del movimento.

Oltre agli otturatori a tendina esistono anche gli otturatori elettronici, prevalentemente montati sulle mirrorless: l’otturatore elettronico viene azionato attivando e disattivando i sensori di immagine della fotocamera per controllare l’esposizione.

Nelle macchine di questo tipo non si sente pertanto il rumore delle tendine che si aprono e si chiudono e quindi gli otturatori elettronici sono molto più silenziosi. Inoltre l’otturatore meccanico oltre una certa velocità non può andare mentre quello elettronico non ha teoricamente limitazioni.

Esaminiamo ora alcune tecniche che usano tempi di esposizione molto lunghi.

  1. Effetto seta

Video Youtube https://www.youtube.com/watch?v=sTyZl84vmv4&t=163s di Emanuele Brilli

Nel video l’autore vi parla dell’effetto seta.

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L’effetto seta è una tecnica fotografica basata sulle lunghe esposizioni e consente di dare soprattutto a corsi e specchi d’acqua un aspetto di uniformità simile alla seta. Vediamo come si realizza.

Innanzi tutto è bene porre la macchina su un treppiede, disporre di un telecomando per lo scatto a distanza per non toccare la macchina, oppure usare l’autoscatto con un ritardo abbastanza lungo sempre per il medesimo motivo.

Generalmente per allungare il tempo di esposizione (sono necessari tempi intorno ai 20 – 30” per realizzare l’effetto seta) occorre usare basse sensibilità e ovviamente diaframmi piuttosto chiuisi. Quando c’è tanta luce occorre usare anche dei filtri ND montati sull’obiettivo.

Si compone la foto e si mette a fuoco, in modalità manuale (e a tal proposito conviene ricordare che può essere utile usare il Live View, se la macchina ne dispone, per mettere a fuoco ancora meglio.

Mettiamo la reflex in modalità di scatto manuale (regolando tempo e diaframma come vogliamo) e regoliamo lo scatto in modalità di specchio sollevato Mup in modo da evitare anche le vibrazioni apportate dal sollevamento dello specchio.

Entrambi questi due video pubblicati su Youtube sono stati realizzati da Emanuele Brilli e la loro descrizione testuale è stata realizzata dalla redazione di Photocufi.it

Seguono ora alcune altre tecniche fotografiche: gli argomenti trattati nei punti 2, 3, 4 di questo riassunto derivano dall’assemblaggio da parte della redazione di Photocufi di vari articoli apparsi sul web.

2) Panning e le tecniche per fotografare il movimento

Il panning è una tecnica fotografica che serve a trasmettere, a chi guarda l’immagine, la sensazione di movimento.

Che cosa si nota in questa fotografia?

  • La presenza di un soggetto in veloce movimento ma completamente a fuoco e nitido
  • Lo sfondo “mosso”

Come si scatta la foto?

Puoi scegliere la modalità di scatto manuale per avere il massimo controllo, oppure, per facilitarti la vita, puoi anche usare la modalità di scatto “priorità dei tempi“ che regola in automatico l’apertura di diaframma. Si può anche usare lo scatto continuo, in modo da fotografare più volte il soggetto. Aumenterai così le tue probabilità di ottenere una buona foto con panning.

Tempo di scatto

Non ci sono tempi di scatto “giusti” in assoluto. Essi infatti dipendono:

  • Dalla velocità del soggetto che intendi fotografare.
  • Dalla quantità di effetto panning che vuoi dare alla tua foto

Chiaramente però, più lento è il soggetto più lenta dovrà essere la velocità di scatto.

Per darti dei punti di riferimento, direi che

  • 1/200 sec è un ottimo punto di partenza per fare panning di un auto da corsa
  • 1/60 sec è ottimo per un ciclista
  • 1/30 sec è per soggetti in movimento relativamente lento, come i corridori

I tempi che qui sono esposti indicano comunque che bisogna avere la mano il più ferma possibile. Inoltre, poiché il tempo ideale dipende non solo dalla velocità del soggetto ma dalla distanza a cui si trova e dalla focale che utilizzi, prendi questi numeri solo come punti di riferimento, e poi sperimenta tu stesso.

Autofocus e area autofocus

Meglio scegliere l’area AF a punto singolo e autofocus continuo (AF-C). In questa maniera sarà più facile seguire il soggetto durante il suo movimento.

Diaframma

Per migliorare i tuoi panning dovrai necessariamente passare in modalità manuale completa e regolare anche il diaframma.

Come regola generale, cerca di chiuderlo il più possibile. Infatti:

  • un diaframma molto aperto, unito a tempi di scatto lunghi, farebbe aumentare il rischio di sovraesposizione
  • un diaframma molto aperto crea uno sfondo sfocato, quindi le linee del movimento risultano poco nette, e il movimento non risulta accentuato.

Lunghezza focale

Sinceramente non ci sono lunghezze focali da scegliere ad hoc per creare l’effetto panning, perché a seconda della situazione qualunque lunghezza può risultare utile.

Panning con Slow Flash Sync

Se vuoi fotografare un soggetto non troppo vicino, puoi bloccare il suo movimento usando

il flash sincronizzato sulla seconda tendina. Si chiama slow sync flash e fa si che il lampo parta solo alla fine dell’esposizione. Così avrai il tuo soggetto relativamente ben definito.

La posizione del fotografo nell’effetto panning

Al di là degli aspetti tecnici visti sopra, la tua posizione rispetto al soggetto è fondamentale:

  • Trova un buon punto da cui poter vedere bene ciò che vuoi fotografare e seguirlo per tutto il suo tragitto senza che ci siano impedimenti visivi.
  • Mettiti parallelo al soggetto
  • Puoi scegliere se mettere la fotocamera su un treppiede con testa mobile sull’asse orizzontaleo tenerla in mano
  • Inquadra il soggetto all’inizio della traiettoria che farà
  • Scatta e inizia a seguirlo con la fotocamera tenendo premuto il pulsante di scatto. Ricordati che i tuoi movimenti non devono essere né troppo veloci né troppo lenti. Devi riuscire a sincronizzarti con il soggetto che si sta muovendo.

Qui di seguito viene poi riportata una foto che ribalta l’impostazione del panning perché l’ambiente risulta nitido (e statico) mentre il soggetto risulta in movimento: aldilà all’effetto ottenuto questa foto  risulta più facile a realizzarsi perché è sufficiente usare un tempo di scatto sufficientemente lungo per dare il senso del movimento. L’ambiente circostante  risulterà statico senza problemi.

3) Scie luminose notturne

Per scattare una foto come questa non ci sono molti segreti:

a) Treppiede e grandangolo:

Sembrerà banale, ma avere un buon treppiede è sempre buona regola quando si vogliono fare fotografie con lunga esposizione; una minima vibrazione, dovuta al vento o altre circostanze, potrebbe compromettere il risultato finale della tua foto. Consigliamo un grandangolo perché, come vedremo nel punto 2, le scie luminose funzioneranno meglio se messe in un contesto della scena.

b) Tecnica:

Se non sai come fotografare le scie luminose, ti suggeriamo di procedere in questo modo:

  • priorità di tempi o manuale: imposta la tua fotocamera in una di queste modalità di scatto, così da poter gestire manualmente i tempi; fai delle prove per capire quale sia il tempo necessaro per impressionare la scia luminosa (ad esempio se è una strada, contate quanti secondi la macchina impiega a percorrerla tutta e impostate i tempi su quella quantità di secondi).
  • Matrix o valutativa: imposta la lettura esposimetrica in matrix (o valutativa), in modo tale che la tua machina fotografica faccia una media su più zone, restituendo un buon compromesso.
  • Scatta in RAW:  nella maggior parte delle fotografie ti troverai davanti a situazioni di luce scarsa oppure con parecchie zone scure, consigliamo, quindi, di impostare il formato RAW, così da poterti garantire un buon file da poter elaborare e recuperare ove necessario.
  • Valore ISO al minimo, quindi normalmente 100o, se la fotocamera ve lo permette, anche 80.
  • Diaframma molto chiuso, valori da f/8, f/16in su. Questa regolazione del diaframma ha principalmente due effetti. Il primo, puramente estetico, è quello di trasformare le luci dei lampioni in luci a stella, più gradevoli da vedere. Il secondo, più tecnico, è quello di far allungare i tempi di esposizione, che in questo caso gioca a nostro favore.
  • Quindi, regoliamo i tempi tra i 10 e i 20 secondicirca, e abbiamo finito. Possiamo scattare!

Su alcune digitali, c’è però anche un ulteriore comando che potrebbe essere utile in queste occasioni. Si chiama “riduci disturbo su lunghe esposizioni” e serve appunto a ottimizzare l’immagine quando si usano tempi di esposizione molto lunghi.

c) Inquadratura:

Trova inquadrature dall’alto dove grandi diramazioni di strade portano alla città, così da riempire il paesaggio urbano notturno alle scie luminose; oppure in montagna, dove le strade buie con molti tornanti possono creare fasci di luce e portare l’occhio dell’osservatore a una vallata o verso l’orizzonte.

d) Angolazione:

Oppure immergiti nella città e abbassa l’inquadratura ad altezza auto o addirittura estremizzando al massimo posizionandoti proprio a terra (fate sempre molta attenzione); fai in modo che le scie luminose creino punti di fuga cambiando angolazione e punto di ripresa o che fungano da “movimento e traffico urbano” se state fotografando un monumento.

e) Sperimenta:

Ogni fonte luminosa che si muove può essere, anzi deve essere fonte di ispirazione e di prova; un treno, una giostra che gira, le barche nei canali, i fuochi d’artificio, anche la semplice luce del cellulare si può rivelare uno strumento utile.

4) Fotografare i fuochi d’artificio

L’attrezzatura per fotografare i fuochi d’artificio non necessita di macchine particolari.

E’ sufficiente infatti che che la tua macchina possa regolare manualmente il tempo di esposizione, e si possa eventualmente impiegare anche la modalità Bulb. Per quanto riguarda la fotocamera, se hai una reflex con un obiettivo zoom che copre lunghezze grandangolari e medie (attorno ai 20 – 70 mm) sei a posto.

L’unico altro accessorio veramente necessario oltre alla fotocamera è un treppiede o qualcos’altro che ti permetta di stabilizzare la fotocamera per i tempi di posa che sono generalmente lunghi.

Per lo stesso motivo tornerà comodo un controllo remoto per lo scatto, per evitare di imprimere vibrazioni alla fotocamera quando premi il pulsante di scatto. Nel caso non potessi procurartelo, potrai usare comunque l’autoscatto imponendo il ritardo di cui la fotocamera dispone.

a) Apertura

Tendenzialmente sarà meglio usare un’apertura di diaframma chiusa, ad esempio f/11, per avere una profondità di campo elevata, viste le dimensioni dei fuochi. Potrebbe comunque andare bene anche un’apertura un po’ più ampia. Non temere che l’apertura sia troppo chiusa, perchè i fuochi sono molto luminosi, quindi non rischi la sottoesposizione.

b) Tempo di esposizione

Il tempo di esposizione è l’impostazione più importante nelle fotografie ai fuochi d’artificio. Ogni fuoco dura qualche secondo. Affinchè le tue foto somiglino a quelle che si vedono comunemente, con i fuochi che sembrano enormi disegni nel cielo, dovrai dare il tempo alla fotocamera di ritrarne l’intera evoluzione. Da ciò, la necessità di lasciare aperto l’otturatore a lungo e quindi di usare tempi di esposizione lunghi. Un tempo di 4s è un punto di partenza consigliato.

Si può anche usare la modalità Bulb (B): quando il fuoco parte, apri l’otturatore e lascialo aperto tenendolo premuto durante l’esplosione, fino a quando ritieni ci sia qualcosa da catturare. Per tutto il periodo in cui l’otturatore rimane aperto, la fotocamera registra quello che vede. Quindi tutta l’evoluzione del fuoco apparirà “dipinta” nell’immagine finale.

c) ISO

Vista la luminosità dei fuochi, puoi tenere l’ISO al minimo (100 oppure 200). Visto che larghe porzioni della foto saranno molto scure, con valori di ISO alti introdurresti del rumore che risulterebbe molto visibile. In secondo luogo, verifica se la foto sembra troppo scura o troppo chiara. Nel primo caso dovrai allungare il tempo di esposizione o ampliare l’apertura, viceversa nell’altro (come dettato dal triangolo dell’esposizione) dovrai accorciare il tempo o chiudere il diaframma

d)Messa a fuoco

Se la tua fotocamera ed il tuo obiettivo lo permettono metti a fuoco all’infinito e disattiva l’autofocus. Così dovresti essere a posto.

Altre impostazioni utili:

e) Il bilanciamento del bianco non è un problema in questo caso, lascialo in automatico.

f) Il formato di file migliore da scegliere è senz’altro il formato RAW. Visto che i fuochi possono essere molto diversi tra loro, il formato RAW ti darà più spazio di manovra per correggere in post-produzione eventuali imperfezioni.

g) La composizione

Prima di tutto devi trovare una buona posizione da cui scattare. Lo scopo è quello di evitare che persone o cose intralcino la visuale, al contempo riuscendo a catturare l’intero spettacolo. La cosa migliore sarebbe un posto ad una certa distanza da dove i fuochi vengono sparati e da dove si trova la gran parte del pubblico.

Se vuoi creare magnifici scatti che includono anche una parte di paesaggio (ad esempio una parte di città), allora devi allontanarti anche più di un km dal luogo dello spettacolo pirotecnico.

Tendenzialmente, meglio usare una lunghezza focale grandangolare, perchè i fuochi si estendono molto sia in altezza che in larghezza. Zoomando, però, si possono cogliere dettagli colorati interessanti.

h) Come catturare più fuochi d’artificio in uno stesso scatto

Molte delle foto di fuochi artificiali visibili su Internet presentano diversi fuochi contemporaneamente. Si tratta spesso di foto molto spettacolari.

Per ottenere scatti come questi, non è necessario attendere e sperare che due fuochi vengano sparati nello stesso momento. Puoi invece usare le modalità “speciali” che descrivevo sopra, in cui l’otturatore rimane aperto a piacimento.

La procedura è semplice, però occorre un piccolo “trucco”. Quando finisce il primo fuoco, non chiudere l’otturatore. Poni invece qualcosa di molto scuro davanti all’obiettivo (ad esempio il tappo dell’obiettivo stesso). Quando parte il fuoco successivo scopri l’obiettivo e ricoprilo quando finisce. Procedi così fino a che non avrai “raccolto” il numero di fuochi che desideri.

Fai solamente attenzione che questa procedure non può proseguire all’infinito. Innanzitutto, troppi fuochi nella stessa immagine, invece che migliorarla, sicuramente la renderebbero troppo confusionaria.

In secondo luogo, a forza di mantenere aperto l’otturatore, gli elementi statici eventualmente presenti nella foto ad un certo punto risulteranno sovraeposti. Fai quindi qualche esperimento e verifica i risultati per capire quanti fuochi inserire in un singolo scatto.

Più che in altri casi, nel fotografare i fuochi artificiali c’è una certa aleatorietà, in primis perchè non sai come lo spettacolo si svolgerà. Sperando quindi che questo duri abbastanza a lungo, concediti qualche esperimento durante i primi fuochi. Verifica la composizione e l’esposizione.

i) Come ottenere fiori dai fuochi di artificio: una tecnica notturna

Una foto come quella che segue non è in realtà difficile da ottenere anche se sicuramente non riesce al primo tentativo. E’ vero che è sufficiente una macchina fotografica e un treppiede, ma…

Si imposta il fuoco alla minima distanza possibile rendendo tutto fuori fuoco e quando iniziano a sparare i fuochi si inizia a scattare. Però durante lo scatto che dura qualche secondo si mette a fuoco velocemente. In questo modo ho ottenuti questi effetti fluidi sfocati che poi convergono in un punto. Un fuoco d’artificio si trasforma in un fiore! I risultati sono bellissimi, forme organiche, piene di volume e colori brillanti.

In alternativa si imposta il fuoco all’infinito e durante lo scatto che dura qualche secondo si sfuoca velocemente. In questo modo si ottiene l’effetto opposto e nell’immagine si ottiene effetti che partono da un punto iniziale a fuoco e poi divergono in figure sfuocate. Che ricordano ancora fiori.

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